Una città dopo mezzo secolo in cerca di una rinnovata identità

(L'articolo che segue è stato pubblicato dall'autore sul Giornale periodico turistico  "Fiuggi")

Durante le mie incursioni archivistiche in cui m’affogo letteralmente nelle minuziose notizie che come un mosaico investigativo fanno riemergere un quadro abbastanza chiaro di una realtà più complessa mi sono soffermato su un articolo del giornalista Ulderico Tegani del 1927 scritto in occasione di un servizio su Fiuggi per la rivista “L’albergo d’Italia” che  mi porta a riflettere che per il miglioramento dell’identità di una città c’è bisogno di molti anni. Ulberico Tegani Nasce a Parma l'11 maggio 1877. Figlio di Luigi Tegani e Adele Sommavilla, entra nel giornalismo nel 1898 come redattore del Veneto di Padova, passando poi alla Libertà e al Gazzettino. Al 1912 al 1924 è redattore del quotidiano Corriere della sera a Milano, dove poi si è stabilito.

“…. Rimane ancora da risolvere la questione del piano regolatore del nucleo cittadino formatosi intorno alle Fonti; piano che è tuttora allo studio, sebbene il nucleo continui a svilupparsi con le numerose costruzioni di edifici per abitazione e per botteghe che vengono sorgendo, denotando un vero spirito di iniziativa e una sicura fede dell’avvenire di Fiuggi ….. intanto a Fiuggi il Municipio ha provveduto l’anno scorso all’opera delle fognature, che son costate un milione, e quest’anno ha dato mano alla sistemazione della piazza e al collocamento dei marciapiedi stradali, rimandando a un secondo tempo l’asfaltatura che varrà a dirimere l’inconveniente della polvere, a cui per ora si rimedia con l’innaffiatrice……Il Comune di Fiuggi riscuote annualmente in tasse di soggiorno qualcosa come 160.000 lire…. Bisogna ben seminare per raccogliere, o sacrificare parte della messe per le nuove seminagioni. E bisogna attirare le folle anche con la lusinga non fallace degli spettacoli di svago , delle occasioni di divertimento. Bisogna far affluire a Fiuggi molta più gente che oggi non vi accorra….. Fiuggi è veramente un tempio pagano di silvestre sapore, un attraente santuari velato di suggestive penombre, quello che si è eretto nel cuore di una fitta boscaglia per celebrare i riti della vergine linfa…..”

Parte del PRg dell-Ing Manmano_jpg

Il piano dell'Ing. Manmano

Queste riflessioni di Tegani, nel tempo, non sono state le sole e negli anni si sono ripetute pur con argomentazioni diverse. Ovvero la necessità di un Piano stabile e strategico che sfruttasse le naturali risorse del territorio. Ricordo anche in occasione della mia tesi di laurea discussa ormai più di quanta anni fa sviscerammo insieme agli urbanisti  Bardazzi, Cusmano e Dezzi Bardeschi dell’università di Firenze il tema delle città termali analizzando i passaggi della pianificazione  che hanno caratterizzato Fiuggi. Pur essendo tra le prime città che avrebbero dovuto dotarsi di una pianificazione già dal 1942 Fiuggi si è distinta per aver stupito, si fa per dire, l’urbanistica italiana in maniera contradditoria. Infatti se da un lato l’Amministrazione Comunale e l’Azienda Autonoma di Soggiorno avevano deciso già negli anni venti di pianificare il territorio con l’ingegnere. Manmano e poi con il noto architetto Mario Paniconi anticipando addirittura la legge urbanistica del 1942, dall’altro si ritardò la sua approvazione di oltre trent’anni dall’obbligatorietà dettata dalla stessa legge. Nella introduzione del suo Piano, mai attuato, Paniconi analizzava la situazione negli anni trenta : Fiuggi si è sviluppata rapidamente in questi ul­timi anni a causa della notorietà sempre maggiore delle sue acque minerali e rappresenta un tipico esem­pio di paese montano abitato da agricoltori e da pa­stori, trasformatosi ed ampliatosi successivamente per divenire un centro alberghiero, di villeggiatura e di cura. Lo sviluppo principale della città è avvenuto di­stintamente, in parte intorno al nucleo abitato antico, nella parte alta del colle, in parte nel fondo valle, presso le Fonti. Qualche costruzione sorge sporadica­mente sulle pendici della collina e tutta la campagna circostante è risultata cosparsa di alberghi, ville e villette A differenza di quanto avviene in molti comuni, divenuti centri di villeggiatura, di cura, ecc- Fiuggi si propaga, sin nella parte collinosa ove sorgono alberghi, ville e villini, in località amene do­minanti la valle, in posizioni aperte, ariose, venti­late e fresche, adatte perciò ad un prolungato sog­giorno di villeggiatura estiva: sia presso le sorgenti, dove coloro i quali si trattengono nella città solo po­che settimane, specialmente per la cura delle acque, e desiderano perciò essere prossimi agli stabilimenti termali, affollano gli alberghi, le pensioni, le vìlle” continuava ancora Paniconi nell’esposizione delle scelte del Piano “Oltre alla valorizzazione paesistica di tutte le zone, uno studio speciale riguarda la creazione di un insieme di percorsi pedonali attraverso viali, giardini e parchi completamente indipendenti dal traffico dei veicoli, salvo naturalmente qualche attraversamento, collegante ogni punto della città…..Presso il Fosso Diluvio trova posto la zona sportiva, in terreno pianeggiante e di poco valore: si ha così un elemento di continuità tra la città alta e la bassa. Uno stadio verde, sul tipo di Piazza di Siena di Roma, naturalmente di proporzioni più modeste, è posto presso il parco dell'Albergo Palazzo e può essere adibito oltre che per gare sportive, per feste e per giochi…..In questi terreni pianeggianti è anche prevista la nuova stazione delle Ferrovie Vicinali.”

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Il piano dell'Arch. Paniconi

Oggi purtroppo, a distanza di mezzo secolo, la città è ancora legata concretamente ad una pianificazione non adeguatamente ragionata che non è, ovviamente, quella messa a punto da Paniconi ma quella approvata da un commissario ad acta negli anni settanta (e questo fatto la dice lunga). Una pianificazione non più sostenibile sia concettualmente che funzionalmente che ha determinato una stagnazione d’identità territoriale non adeguata alle esigenze di rinnovamento dettate dal terzo millennio. Poi se aggiungiamo le difficoltà applicative della normativa e la scarsa vigilanza sull’attività edilizia ci troveremo, come ci troviamo, in una situazione per certi versi di deterioramento che si ripercuote sull’economia e sulla gestione della città.

Come dicevano i latini "mutatis, mutandis" Passa il tempo e le problematiche sostanzialmente sono quasi sempre le stesse: cultura del territorio, costi non sostenibili, interessi di pochi ecc.. Oggi si spera, dopo mezzo secolo, che molte situazioni si siano sedimentate placando le vene pioneristiche di imprenditori della “vecchia guardia” e che le nuove generazioni possano, invece, rappresentare quella voglia di cambiamento e adeguamento per una rinnovata identità più sostenibile e più portata al benessere del territorio e della salute psico fisica dei cittadini. Se parlassimo di “storia comparata” come diceva Marc Bloch e comparassimo i passati di questo argomento le premesse per un cambiamento ci potrebbero anche essere in quanto dopo più di un decennio di peripezie una nuova programmazione urbanistica è alle porte e la recente Amministrazione del Sindaco Baccarini sembrerebbe in dirittura d’arrivo per guardare oltre. Infatti il team interdisciplinare composto anche da esperti del paesaggio, coordinato dal preparato arch. Francesco Nigro ha terminato il Documento Preliminare della pianificazione futura della città che ci auguriamo venga condiviso al più presto da tutte le realtà amministrative, economiche, culturali e associazionistiche della città. Il nuovo percorso a cui la città termale sarà presto chiamata ad condividere darà l’avvio ad una nuova identità che valorizzerà le peculiarità affrontando nel contempo le nuove sfide virtuose basate sulla sostenibilità, la qualità abitativa e ricettiva, la preservazione del paesaggio e dell’aggregato storico ed il miglioramento dei servizi. L’introduzione di progetti strategici del territorio con i loro titoli fanno presagire la nuova identità. La porta di Fiuggi, La citta dello sport e dello svago, Il Parco Termale, Il Parco del diluvio ed il Cuore di Fiuggi. Riuscirà la comunità fiuggina a condividere questo obiettivo che concettualmente si avvicina a quello di novant’anni fa pensato da Paniconi ma riproposto in una lettura moderna ? Quindi una identità rinnovata senza cancellarne le caratteristiche del proprio DNA, però come diceva il maestro Richard Rogers: Se vogliamo migliorare la qualità dell’ambiente in cui viviamo, l’unico modo è coinvolgere tutti.